La malattie parodontali sono classificate in gengiviti e parodontiti. Entrambe sono caratterizzate da un processo infiammatorio dei tessuti parodontali, ma differiscono le une dalle altre per la perdita di tessuto di supporto osseo e connettivale, che si reperta solo nelle seconde.
È oggi universalmente riconosciuto che denti e impianti rispondono in maniera simile all’accumulo di placca. Nel sistema implantare si riconoscono due entità patologiche: la mucosite perimplantare e la perimplantite, corrispondenti a gengivite e parodontite del sistema parodontale.
La mucosite perimplantare è una lesione infiammatoria reversibile dei tessuti limitrofi di un impianto funzionante, senza perdita di tessuto osseo. La perimplantite è invece una lesione infiammatoria irreversibile, caratterizzata dalla perdita di tessuto osseo intorno a un impianto funzionante. In entrambi i casi si reperta sanguinamento al sondaggio.
La mucosite perimplantare, intesa come sanguinamento al sondaggio senza segni di riassorbimento osseo (Fig. 1), è presente nel 79% dei soggetti dopo 5 anni di carico funzionale e colpisce il 50% degli impianti inseriti. È stato notato che la mucosite ha la stessa genesi della gengivite, in quanto è possibile osservare un rapporto di causa-effetto tra l’accumulo di placca e la determinazione di infiammazione perimplantare (Hydropulseur dentaire).
Perimplantite
La patologia perimplantare si determina a causa di un accumulo di biofilm sulla superficie implantare. I batteri sono fondamentali per lo sviluppo di patologie perimplantari. Infatti nella patologia perimplantare si ha una popolazione di batteri parodontopatogeni gram-anaerobi. Oltre a questo, è frequente la presenza di Stafilococco aureo come spesso succede nei corpi estranei.
Istopatologicamente è caratterizzata da un’intensa reazione infiammatoria nel connettivo perimplantare che si associa a pus, detriti cellulari e presenza di placca sull’impianto. Il tessuto epiteliale si approfondisce nella zona del difetto tranne che per l’ultima porzione, dove il connettivo infiammatorio ha rapporti diretti con la placca o con il pus presenti sull’impianto. Il connettivo infiammato presenta un’abbondante presenza di vasi e di polimorfonucelati nelle zone più vicine all’impianto, mentre plasmacellule e linfociti si ritrovano in maggior componente nelle zone più lontane. Il riassorbimento osseo ha una caratteristica forma a cratere circonferenziale, inoltre numerosi osteoclasti possono essere notati sulle pareti ossee del difetto.
La perimplantite differisce dalla mucosite perimplantare per la presenza di riassorbimento osseo. Tuttavia i criteri diagnostici suggeriti in letteratura sono stati molto vari.
È necessario, per poter diagnosticare la perimplantite, l’utilizzo di una sonda parodontale. Il sondaggio dovrebbe essere effettuato con una forza leggera (0.25N) per non danneggiare i tessuti perimplantari. Repertare un progressivo aumento di sondaggio parodontale nel tempo si associa infatti a perdita di tessuto osseo. Il sanguinamento al sondaggio è presente in più del 90% dei casi di perimplantite. Al contrario, l’assenza di sanguinamento al sondaggio è indice di stabilità e salute dei tessuti perimplantari.
Per la diagnosi, insieme all’analisi clinica, è necessaria un’analisi radiografica che routinariamente è da preferirsi nella metodica endorale per poter apprezzare anche le minime perdite di osso.
Nonostante l’ampia produzione letteraria, non è possibile validare i test di analisi del fluido crevicolare per la diagnosi perimplantare. I testi microbiologici sono sicuramente molto utili ai fini diagnostici, tuttavia l’analisi clinico-radiografica rimane il cardine principale della diagnosi di perimplantite (Woodpecker UDS-A Détartreur ultrasonique).